Qua vanno rubbando

Qua vanno rubbando

Sole, mare e mozzarelle di bufala. E non ti dico del fritto di pesce e degli spaghetti alla chitarra. Per due settimane il gaucho ha abbandonato la pianura padana e si è trasferito sul Gargano, in Puglia, ospite di due anziane e gentilissime signore.

Servito e riverito, coccolato e vezzeggiato. In due parole: in paradiso.

Ma anche il paradiso ha un prezzo.

Carmela, delle due quella che intrattiene le relazioni, dispone di soli tre argomenti che alterna senza sosta, in rotazione sistematica, che nemmeno le pubblicità radiofoniche di Radio Deejay sono programmate meglio.

1. “Quella è morta”
Una sua cara amica, dopo aver faticato una vita, all’età di 82 anni è riuscita a comprarsi la casa. E il giorno dopo è morta. Non posso darle torto: che iella!

2. “Nicola è proprio scemo”
Il vicino di casa pare essere un cretino senza eguali, un idiota a livelli inimmaginabili. Annuisco e concordo con Carmela: non ho capito il perché ma vado sulla fiducia.

3. “Qua vanno rubbando”
Questo è il pezzo forte, ripetuto a martello, anche quaranta volte al giorno.
Uno spietato augurio di morte, tra immani sofferenze, a tutti i ladri e i truffatori, in particolare ai finti tecnici del gas, che si accaniscono con le persone anziane. Per loro non c’è perdono, né in terra né presso Dio. Solo le fiamme dell’inferno.

Il balzello da pagare è alto ma l’anno prossimo potrei tornare. Oppure potrei andare a trovare le vecchie zie del mio socio. Vivono a Mar del Plata e lì mi aspettano quintali di asado ed empanadas. Certo, se ripenso al Gargano e al mezzo chilo quotidiano d’impepata di cozze…

5 commenti

  1. Anche il sono stato in Puglia l’anno scorso ospite dei parenti di mia moglie… sono aumentato cinque chili in quindici giorni!

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