Niente spaghetti per Guillermo

Niente spaghetti per Guillermo

Dopo un pessimo torneo disputato sull’erba ostile di Wimbledon, Guillermo diventa inarrestabile.

È il 1977 e il mancino di Buenos Aires, che con la sinistra scrive anche splendide poesie, è in stato di grazia. Il dio del tennis è sceso dall’Olimpo e gioca invisibile al suo fianco. Con la sua fedele Head Vilas striata d’oro, Guillermo inanella un successo via l’altro: sei tornei di fila, tra cui l’Open degli Stati Uniti.

Poi si arriva ad Aix-en-Provence. Guillermo raggiunge facilmente la finale. Ad attenderlo c’è Ilie Nastase, romeno bizzoso e bizzarro, ricco di talento e maestro nella provocazione. Ma in quella splendida giornata baciata dal sole e dal vento l’avversario è un altro. “Nasty” impugna un’Adidas metallica con doppia incordatura passata alla storia come “racchetta spaghetti”.

Risposte imprevedibili e rimbalzi inaspettati. L’equilibrio psicofisico di Guillermo si sfalda. Dopo due set, persi 6-1 7-5, il nostro eroe getta la spugna e si ritira ostentando tutto il suo disappunto.

La grande beffa, però, arriva il giorno successivo, quando la racchetta spaghetti viene dichiarata illegale. Quanto basta a interrompere il suo record di 46 vittorie consecutive, un primato che resiste ancora oggi, nonostante sua maestà Roger Federer e i due cannibali, Rafa e Nole.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se, in quella finale, Nastase avesse impugnato la stessa racchetta del suo avversario. Quale sarebbe ora il record di Guillermo Vilas?

E se anziché ispirarsi agli spaghetti, l’Adidas avesse preso spunto dalle tagliatelle? Forse la storia del tennis sarebbe stata diversa.

 


L’immagine che accompagna questo post è di Federico Basile, usando come base l’opera Medusa dell’artista brasiliano Vik Muniz.

 

3 commenti

  1. Grande, Guillermo. Il segreto sta tutto nella pronuncia del nome del talento argentino. La doppia “ll”, infatti, crea un solco profondo tra gli argentini ed il resto dei madrelingua spagnola. E’ in quel solco, probabilmente, che Vilas ha costruito il suo “record”.

  2. Me lo ricordo eccome Vilas! Un giocatore capace di resistere anche per trenta scambi da fondo campo e poi spuntarla.
    In una disamina sul tennis che fu di Gianni Clerici sentii che, nonostante la rete per Guillerme fosse terra praticamente inesplorata, la sua volèe tecnicamente era tutt’altro che disprezzabile, ma essendo sprovvisto di colpi d’attacco degni di nota, preferiva non arrischiare l’avventura verso il nastro biqnco.
    Fabiano

  3. Ho il ricordo (un po’ sbiadito) di un grande giocatore da fondo campo, con grandissimi colpi. Di certo non un pallettaro come Josè Higueras o Sergi Bruguera (che pure mi erano simpatici)… Chissà che fine ha fatto, qualcuno lo sa?

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