La pronuncia di “Borges”

Va bene il mate, va bene il calcio, ma proviamo ad alzare un po’ il livello culturale…

Se associo Argentina e letteratura io penso subito a Borges. È probabile che la maggior parte degli italiani faccia la stessa associazione, almeno quelli che hanno letto almeno tre libri nella loro vita (facciamo quattro…). Ma un argentino non può immaginare in quanti modi un italiano può pronunciare, o storpiare, il nome “Borges”.
Mia nonna, che era una donna di cultura e apprezzava la prosa immaginifica del grande Jorge Luis, lo pronunciava alla francese, come tutti quelli della sua generazione: per cui suonava come un po’ come “Georges”, con la B iniziale. Un nome perfetto da chansonnier, tra Brel e Brassens. E ti aspettavi di vederlo recitare le sue poesie accompagnandosi al piano in qualche fumoso night club di Parigi.
Poi ci sono quelli che lo pronunciano come se si scrivesse “Borjes”, il suono è decisamente esotico e forse credono faccia figo. Altri invece pronunciano “Borghès”, che mi sa tanto di soprannome in dialetto milanese, specie se l’accento sulla “e” diventa acuto, altri ancora propendono per “Borgès”.
Per fortuna con i nomi delle sue opere è tutto più facile. Prendi l’Aleph… Oddio! Ma si leggerà Alep o Alef?

4 commenti

  1. Il titolo del testo non è causale. Aleph è la codifica dei transfiniti utilizzata da Cantor. Borges utilizza, infatti, sistemi matematici moderni non formalizzati, il trattamento dell ‘infinito, le ricorsioni, i metalinguaggi, come dispositivi narratologici. E a questo proposto penso che Cantor si pronunci Cantor ;).

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