La figurina di Perfumo

La figurina di Perfumo

Tonsillectomia. All’inizio di quell’indimenticabile estate ammorbata  da “Soleado” dei Daniel Santacruz Ensemble, fui ricoverato per un paio di giorni in ospedale. Il mio vicino di letto aveva un piccolo televisore in bianco e nero che prendeva regolarmente a cazzotti per farlo funzionare. Tra un pugno e l’altro io scoprii la magia del calcio.

Erano i Mondiali del 74, quelli della grande Olanda e della Germania Ovest. Ovest perché c’era anche la Germania Est che, a sorpresa, nel girone eliminatorio le suonò ai fratelli più ricchi che vivevano al di là del muro. La Jugoslavia era una nazione e gli africani non sapevano ancora giocare a pallone. Ed ecco le nove sberle rifilate proprio dalla Jugoslavia allo Zaire di Kazadi e Kibonge. Sei a zero alla fine del primo tempo, Surjak e i suoi compagni giocarono il secondo tempo con l’intraprendenza e l’entusiasmo di un casellante autostradale.

Le giocate di Cruijff e i gol di Gerd Müller, la sceneggiata di Chinaglia e i fallacci del Brasile in semifinale con gli “arancioni” – gli olandesi, non gli Hare Krishna – sono vivi nella mia mente. Ma il mio ricordo più intenso è la figurina di Perfumo, il capitano dell’Argentina. Me la regalò un amico e non volli scambiarla con altre. La maglia a righe verticali bianche e celesti, lo sguardo sfuggente e la zazzera nera di Roberto Alfredo Perfumo non li avrei barattati con nessuno. Nemmeno per Beckenbauer, figurati per Rivelino. Se solo sapessi dove è finita…

 


Il post l’ho scritto l’estate scorsa, accantonandolo in attesa del momento giusto in cui pubblicarlo. Quel momento è arrivato, purtroppo. Roberto Perfumo è morto improvvisamente poche settimane fa e queste righe vogliono essere un omaggio alla sua memoria e alla sua difesa arcigna del pallone.

3 commenti

  1. Nell’estate del 1982 ero stato ricoverato in ospedale per una appendicectomia. Un paio di giorni dopo l’intervento ebbi il permesso di vedere Italia-Argentina nella sala comune, l’unica con il televisore, insieme a qualche malato. Ricordo benissimo la compassata esultanza ai goal azzurri per la paura di rompere i punti. Ma tutta quell’estate è rimasta indimenticabile….

    • Il tuo commento mi ha strappato una lacrima… Quante emozioni, quanti ricordi… Durante Italia-Argentina dell’82, al gol di Cabrini balzai dal divano con le braccia protese verso l’alto mandando in mille pezzi il lampadario di cristallo… la tripletta di Paolo Rossi al Brasile… Zoff che alza la Coppa… Per sempre nel cuore.

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