Il Principe Bira

Il Principe Bira


Non me ne vogliano i tifosi di Schumacher, ma è Juan Manuel Fangio il più grande pilota di tutti i tempi. Seppe vincere il Campionato Mondiale di Formula 1 con tre diverse vetture italiane: Alfa Romeo, Maserati e Ferrari. Ovvio che argentini e italiani fossero uniti dallo stesso amore folle per il campione di Balcarce.

Ma non fu sempre così. Nel dicembre del 1949, poco prima dei suoi trionfi europei, a Buenos Aires si svolse il Gran Premio Peron. Al termine di una gara durissima, Ascari tagliò per primo il traguardo seguito a ruota da Fangio. Vuoi per il desiderio irrefrenabile di abbracciare il loro campione, vuoi per lo smacco del secondo posto, la tensione tra i tifosi argentini era altissima. Fomentati dalla stampa, avevano in odio ogni avversario dell’idolo di casa, in particolare gli italiani Ascari e Villoresi.

Non appena Fangio concluse la sua gara, la folla invase la pista in preda a una frenesia collettiva. A risolvere la situazione ci pensò Birabongse Bhanutej Bhanubandh, conosciuto da tutti come il Principe Bira. Attardato rispetto ai primi due, quando il Principe del Siam tagliò il traguardo travolse più di un tifoso. Fortunatamente vi fu solo qualche ferito, nemmeno troppo grave, ma la tragedia sfiorata servì a stemperare l’isteria generale e a distogliere i più scalmanati dall’accanirsi sui piloti italiani.

Se si è evitato un incidente diplomatico tra Italia e Argentina, quindi, lo si deve a questo distinto membro della famiglia reale tailandese che, dopo aver rischiato la vita sui circuiti di mezzo mondo, morì per un attacco di cuore viaggiando, comodamente seduto, su un vagone della metropolitana di Londra.


Qua sotto due bellissimi documentari, consigliati dal Gaucho Lombardo.


 

6 commenti

    • Ricordo che mio nonno diceva che, quando era ancora molto giovane, lavorava in un negozio proprietà di un ex pilota automobilistico. Ebbene, il titolare soleva, per non perdere la corsa, mettere la radio ad alto volume in negozio. A quel tempo spesso alcuni esercizi commerciali erano aperti anche la domenica. Questo fu , per mio nonno, il modo di seguire le corse giacché a casa non possedeva la radio.
      Fabiano

  1. Stamattina, h. 7.30, Barriera di MI EST.
    Anche qui siamo in “pista” ma ,al momento , la velocità è vicina allo zero. Sentimenti ed emozioni sembrano avere il colore della giornata, grigio. Ma poi leggo di Juan Manuel Fangio e la percezione cambia: posso sentire l’adrenalina del Campione, la passione dei tifosi e …posso anche vedere il calore che sale dell’asfalto! Per pochi istanti sono altrove, senza aver fatto un metro, tutto a velocità zero.

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