Il colore della pelle

Il colore della pelle

Se al tramontare dei burrascosi anni Settanta eri un ragazzo, terminati i compiti scendevi in cortile per prendere a calci un pallone e nei piovosi pomeriggi invernali ti rinchiudevi in casa a giocare a Subbuteo con i tuoi amici.

Calcio in miniatura giocato su un panno verde che riproduceva esattamente il campo da gioco: niente dadi o carte della fortuna, a Subbuteo vinceva solo il più bravo.

Io me la cavavo piuttosto bene, giocavo anche qualche torneo e, in quelle occasioni, non avevo tentennamenti, in campo schieravo gli argentini del Rosario Central, la mia squadra preferita. Già nel disporre sul campo i miei uomini con la maglia gialla e blu a strisce verticali ero preso da una sorta di euforia che spesso mi trascinava alla vittoria.

Una cosa però mi lasciava perplesso. Le miniature del Rosario Central avevano la pelle scura, scurissima, come quella di chi è nato in Senegal o in Nigeria. Poi ho scoperto che tutte le squadre argentine del Subbuteo, compresa la nazionale, erano composte da giocatori con la pelle più scura della pece.

Ora, il gioco era inglese e in Inghilterra venivano realizzate le squadre.

Qualcuno ipotizza che l’idea di far dipingere le miniature color ebano sia venuta proprio a Margaret Thatcher, la “Lady di ferro” Primo Ministro britannico dal 1975 al 1990 e orgogliosa Dama dell’Ordine della Giarrettiera dal 1995 – una burla irriverente nei confronti del popolo argentino e una schermaglia preparatoria alla guerra delle Falkland dei primi anni 80.

Io invece temo si tratti unicamente di scarsa conoscenza della geografia. È vero che gli inglesi hanno girato il mondo in lungo e in largo ma, da sempre, sono troppo presi da se stessi per osservare con la dovuta attenzione chi li circonda. Nel loro personale mappamondo, probabilmente l’Argentina era posta tra la Costa d’Avorio e il Burkina Faso.

4 commenti

  1. Il mitico Subbuteo! Certo che mi ricordo l’Argentina con la pelle nera! E pensare che alcuni giocatori erano di origine tedesca…

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