“Fon” per gli amici

“Fon” per gli amici

Bello, ricco, affascinante. Alfonso de Portago, per gli amici “Fon”, animò come pochi altri le cronache sportive e mondane degli anni Cinquanta.

Di padre spagnolo e madre irlandese, Alfonso nacque a Londra nel 1928 e trascorse la sua giovinezza sfidando le onde che, ancora oggi, l’Oceano riversa implacabile sulla spiaggia francese di Biarritz, a un passo dai Paesi Baschi.

La sua prima passione furono i cavalli. La famiglia, ricchissima, gli permise di gestire una scuderia in proprio. Ma a vent’anni, ricoperto di coppe e trofei, abbandonò l’ippica: non era abbastanza pericolosa. Per questo prese il brevetto di volo, che gli fu ritirato poco dopo quando, per scommessa, passò sotto un ponte con il suo velivolo.

La sua strada, è il caso di dirlo, la trovò grazie all’automobilismo. Istintivo, veloce e spericolato, piacque subito a Enzo Ferrari, che nel 1956 lo inserì ufficialmente nel suo team. La sua fulminante carriera finì tragicamente l’anno successivo, alla Mille Miglia, quando si schiantò con la sua Ferrari 335S.

Il legame di “Fon” con Italia e Argentina fu davvero poca cosa: nel 1954 partecipò alla 1000 chilometri di Buenos Aires con una Ferrari di sua proprietà. Tutto qua. Eppure, anche solo per il fatto che il suo nome completo era “Alfonso Antonio Vicente Eduardo Ángel Blas Francisco de Borja Cabeza de Vaca y Leighton, Marchese di Portago, Conte della Mejorada e Duca di Alagon” dico che si merita almeno dieci righe su questo blog.


L’immagine che accompagna questo post è di Alfred Drago, eclectico, magnifico artista e graphic designer, ma soprattutto amico.

 

3 commenti

  1. Grazie Gaucho per questa chicca :)

    Certo che a confronto i Savoia sono degli eunuchi….

    Da Singa, Mentre nelle strade si festeggia il N 33,,manco fossimo a Rio, un saluto a tutti i Berga e maschi. ..e che maschi….!!!! :)

    Bobby

  2. Querido Gaucho Lombardo, come dice qua sopra Bobby… che chicca!
    Spinto dall’inevitabile curiosità che ha succitato in me il tuo post, ho scoperto che il buon “Fon”, grande Don Juan, ha avuto più di un affaire in quel di Buenos Aires. Era assiduo frequentatore de “La Biela”, uno dei caffè più emblematici della Buenos Aires ricca, dove ha fatto strage di cuori e tanti buoni amici. Uno tra questi fu Roberto Mieres, anche lui pilota, a cui scrisse questa lettera, grande premonizione della sua morte: http://goo.gl/4OhfrJ

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