C’era una volta un pezzo di legno

C’era una volta un pezzo di legno

“No puedo darte soluciones para todos los problemas de la vida,
ni tengo respuestas para tus dudas o temores,
pero puedo escucharte y compartirlo contigo”.

È iniziato così, con questi versi, l’intervento di Matteo Renzi all’Università di Buenos Aires durante la sua recente visita in Argentina.
L’idea di declamare una poesia sull’amicizia, riferendosi al popolo italiano e a quello argentino, letta nella lingua del paese che ti ospita, è lodevole. Sono versi intensi, pregni di significato, che il Premier attribuisce a Jorge Luis Borges. Peccato che El poema de la amistad non è stato scritto dall’autore dell’Aleph. È vero che, navigando per la rete, molti siti che smerciano poesie e aforismi la attribuiscono a Borges, ma l’autore della poesia è anonimo.

Ci sono scivoloni peggiori, ben altre figuracce internazionali, corna e “cucù!” regalateci da altri Premier. Ma al di là del ragionevole dubbio che, di Borges, Renzi non abbia mai letto una riga, è davvero grande la perplessità sulla preparazione di chi, lautamente stipendiato, si occupa dei discorsi del Presidente del Consiglio.

La verità è che sono doppiamente deluso, perché pensando al nostro Matteo, a come si muove e gesticola, alla sua postura e, soprattutto al suo sguardo, avrei giurato che la sua Lectio Magistralis all’Università di Buenos Aires sarebbe iniziata così:

“C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.” *


* Per gli amici argentini, che non possono aver letto tutti i classici italiani, questo è l’inizio di Pinocchio.

6 commenti

  1. L’importante, in questi casi, è non scambiare un burattino per un asino. Quest’ultimo, per conto mio, merita maggior rispetto.

    • Dici che Mangiafuoco era in realtà l’ultimo dei templari sfuggito all’Inquisizione? Bisogna dirlo a Renzi, magari ci crede…

  2. noto dai commenti che precedono il mio, che tutti o quasi abbiamo pensato a quel (più ) famoso pezzo di legno da cui Mastro Geppetto plasmo’ il suo ragazzo.
    ho ripensato con nostalgia alla serie televisiva anni ’70 ispirata alle avventure del famoso burattino, ed ora più di allora l’immagine del neo genitore Nino Manfredi mi torna cara: lui è generoso, amorevole, instancabile e sempre umile.

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