100 bullets

100 bullets

Un’ingiustizia terribile ha mandato in frantumi la tua vita. Un giorno, però, ti avvicina un uomo dallo sguardo cupo e inquietante che ti consegna una valigetta. Al suo interno trovi una pistola, cento proiettili irrintracciabili e le prove inconfutabili che dimostrano la colpevolezza di chi, già sospettavi, ti ha rovinato l’esistenza. Ora tocca a te: puoi vendicarti o lasciar perdere.

“100 bullets” inizia così. Nata dal talento visionario di Brian Azzarello, scrittore italoamericano, e disegnata da Eduardo Risso, maestro argentino di matite e inchiostri, “100 bullets” è la serie che ha riscritto le coordinate del fumetto noir, tratteggiando un’America cruda e spietata, preda indolente di violenza e corruzione.

Cento episodi, tanti quanti i proiettili in questione, durante i quali si snoda una trama organizzata a più livelli, che attinge alle atmosfere hard boiled di Hammett e Chandler e al Tarantino di Pulp Fiction e Le iene, così come ai film di Abel Ferrara e a “I soliti sospetti”. Creata nei primi anni del nuovo millennio, “100 bullets” è stata premiata, in più edizioni e in più categorie, con l’Eisner Award, l’Oscar del fumetto.

Il commento viene quindi spontaneo… quando un argentino e un italiano (anche se in questo caso solo d’origine) fondono le proprie menti brillanti per raggiungere un obiettivo comune, beh, allora non ce n’è proprio per nessuno.

2 commenti

  1. Fumetto strepitoso. Cento episodi da venti pagine l’uno organizzati su più livelli, trame e sottotrame perfettamente congegnate e legate tra loro. Davvero imperdibile.

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